Nasce come un disco di pasta fatto con acqua e cereali vari macinati. L’impasto veniva “schiacciato” fino a diventare sottile, in modo da garantire la cottura, che avveniva su pietre scaldate, anche all’nterno. Si trattava allora di un pane azzimo, condito con erbe.
Furono poi gli Egizi ad introdurre l’utilizzo del lievito, sviluppato in seguito dai Romani su diversi tipi di panificazione con l’aggiunta dei frumenti, per arrivare alla ricetta tradizionale del pane così come lo conosciamo oggi.
In toscana i contadini utilizzavano la schiacciata per monitorare le temperature del forno a mattoni in cotto refrattario: prima di inserirvi il pane, che avrebbe dovuto sfamare le famiglie per un’intera settimana, riempivano il forno di schiacciate e dalla loro cottura capivano se il piano aveva raggiunto la giusta temperatura.
Utile ai contadini, la schiacciata si è diffusa anche tra i nobili durante il Rinascimento a Firenze: Lorenzo il Magnifico, appassionato consumatore, scriveva ai suoi ospiti in visita in Toscana:
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